sabato 13 ottobre 2012

Sysadmin panics...per ridere un po'!

Nel mio lavoro ho conosciuto degli amministratori di sistema, o presunti tali, di un po' tutte le razze. Qualche giorno fa ricordavo, assieme ad un mio amico, alcuni degli episodi piu' divertenti che mi sono capitati lavorando con alcuni sysadmin di dubbia competenza.

Liberare spazio su disco? Fai un reboot!
Una volta un sysadmin si mostrò stupito del fatto che, nonostante avesse forzato un reboot di un server (con ovvio downtime della macchina) lo spazio disco non fosse aumentato. Io francamente mi sarei stupito del contrario! In effetti, tralasciando /tmp (che dovrebbe essere sempre montato a parte), che potrebbe essere pulito da un qualche job allo shutdown o all'avvio, o potrebbe anche essere un filesystem di memoria, non vedo per quale motivo un reboot dovrebbe pulire dei file dal disco. E in effetti se fosse così i nostri dati sarebbero in forte pericolo! Inoltre, anche ammettendo che un processo impazzito stia riempendo log su log, i dati scritti dovrebbero essere persistenti (concetto forse sconosciuto al sysadmin in questione), e quindi il reboot della macchina potrebbe solo avere l'effetto di fermare il processo impazzito (e far impazzire gli utenti nel mentre che la macchina si arresta!).

Account scaduti? Si ricreano a mano!
Un requisito secondo me fondamentale di un sysadmin è la capacità di automatizzare i task ripetitivi. Non importa molto con quale tecnologia e linguaggio, sia Bourne Shell, sia Perl, sia Python, sia Groovy, la cosa fondamentale è che si sia in grado di far fare alle macchine le cose piu' ripetitive e noiose. Eppure ancora ci sono persone che si fanno pagare per il tempo che perdono a inserire manualmente dei dati. Capitò allora che una serie di oltre cento account fossero stati disabilitati per un bug. Ebbene conosco un sysadmin che si è messo in un cantuccio ad inserire, una ad una, le password degli utenti (il fatto che si sappiano le password è un'altra questione...). Se si considera che ogni password va inserita due volte, considerando anche qualche errore di battitura, si capisce benissimo l'ammontare del tempo perso, ovviamente a carico del cliente.
Il primo programma Perl che scrissi per la generazione e manutenzione di grosse moli di account risale al 2003, lo usavo per gestire alcuni laboratori all'università. Nel 2006 ne scrissi uno per un provider di posta, e nel caso di cui sopra, mosso a compassione, ne scrissi uno in meno di 20 minuti per ripristinare tutti gli account disabilitati.   

Router? Gateway? Sono solo numeri!
Ho assistito in diretta al blocco di un intero segmento di rete causato da un sysadmin forse un po' troppo frettoloso che decise di dare un indirizzo IP pubblico al proprio computer per testare la connettività. Peccato che si diede l'indirizzo IP del router, causando un "panico" sul gateway e facendo si che il proprio computer si trasformasse in una sorta di sniffer del poveraccio!

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