Aron Seigo ha pubblicato un interessante post nel quale parla della sua "conversione" da Vim a Kate, l'editor di default dell'ambiente KDE (per chi non lo sapesse, Seigo e' stato il leader dello sviluppo della versione 4 di KDE).
Tre sono fondamentalmente le motivazioni del passaggio da Vim a KDE: (i) scorciatoie simili, (ii) la possibilita' di avere delle sessioni, ossia una sorta di project management per gruppi di file e (iii) la console integrata.
L'aspetto degli editor mi tocca sempre profondamente, anche perche' l'editor di testi e' effettivamente lo strumento piu' usato da uno sviluppatore software (e anche dai sysadmin). Francamente sono abituato a Emacs e tendo a vedere negativamente ogni altra possibilita'. Si tratta certamente di una mia inclinazione e preferenza, ma Emacs e' a tutti gli effetti uno di quegli strumenti che mi permette di fare tutto e, cosa non trascurabile, funziona su qualunque piattaforma io debba lavorare. E con piattaforma non intendo solo il sistema operativo/architettura, ma anche il sistema grafico (che potrebbe anche essere assente).
Purtroppo Emacs sta diventando, a mio avviso, sempre piu' un sistema per abitudinari, e questo fara' si che molte delle feature interessanti non vengano portate su Emacs facilmente.
Tuttavia continuo ad essere molto soddisfatto di Emacs, che fino ad ora mi permette di avere una interfaccia unificata verso file system, sviluppo di software, editing di testo e shell.
Questione di gusti.
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