anzitutto buon anno (anche se in ritardo)!
E' con dispiacere e un po' di imbarazzo che vi informo che qualche giorno addietro, precisamente prima di Natale, ho presentato le mie dimissioni dal ruolo di consigliere.
La mia partecipazione in ITPUG si è ridotta per cause esterne, e ultimamente mi trovo anche in difficoltà nel rappresentare l'associazione.
In considerazione di tutto ciò, sperando nel meglio per l'associazione, e senza voler occupare un ruolo in modo "sterile", mi faccio quindi da parte.
Preciso, qualora necessario, che dalla data della presentazione delle mie dimissioni mi sto astenendo da esprimere ogni opinione in consiglio, se non espressamente richiesto.
Ho seguito e servito ITPUG dalla sua costituzione, la ritengo una esperienza interessante ed utile, grazie anche a voi.
Ad ogni modo non vi sbarazzerete facilmente di me, e ci ritroveremo a conferenze e sui vari canali informatici come al solito!
Grazie,
Luca
Questa è la lettera che ho inviato nella mailing list soci di ITPUG per confermare le mie dimissioni dal ruolo di consigliere.
Niente di drammatico, né tanto meno melodrammatico, ma spero con questo mio post di poter chiarire meglio la situazione e la mia decisione, che sono certo potrà essere interpretata negativamente, molto piu' di quanto non lo sia.
La parola chiave di tutto questo è coerenza.
Coerenza con me stesso, con gli impegni presi, con l'associazione che ho contribuito a creare e che ho risollevato.
Non posso piu' onorare gli impegni presi, perché vicissitudine esterne ad ITPUG mi tengono lontano dall'associazione, e di questo ne sono mortificato.
Quindi, per coerenza con l'impegno preso, trovo corretto farmi da parte.
Ma c'è anche la coerenza con me stesso: io ho una visione della vita di associazione che, sicuramente per una mia interpretazione sbagliata, tende a stridere con quanto osservo ultimamente in ITPUG. In particolare se ripenso all'enorme impegno che mi ero assunto come presidente anni fà, quando sono riuscito a risollevare (non da solo!) sia l'associazione, prossima alla chiusura, che il PGDay.IT; entrambi versavano ormai in uno stato comatoso e sicuramente non open.
Come ho scritto brevemente sopra è stata una esperienza interessante, ma anche impegnativa. Sono passato attraverso molte soddisfazioni e anche molte delusioni, perfino interrogativi. Mi sono state rivolte belle parole e brutte parole, perfino azzardi su conflitti di interesse. Sorrido se ci ripenso, anche perché per me PostgreSQL non è mai stato piu' che un hobby, una passione. E anche perché, se ben ricordo, all'ultimo PGDay.IT al quale ho partecipato sono stato l'unico organizzatore a segnarsi come membro ITPUG invece che di una azienda, ente, università.
Ho sempre tentato di svolgere una attività sana e alla luce del sole, cercando di dare pari opportunità a tutti quanti. Ho sempre tentato di portare avanti il nome dell'associazione, facendola comparire anche nel planet.postgresql.org, sulle riviste per le quali scrivevo articoli, e nelle piccole interviste fatte.
Ho conosciuto molta gente interessante, molti stereotipi altrettanto interessanti e molte realtà aziendali ed enti che fanno duro lavoro per mantenere quello spirito open che mi ha sempre affascinato.
Ora, inutile farla tanto melodrammatica: non sarò stato infallibile, non sarò stato impeccabile, ma ho speso veramente tante energie per questa associazione, e il solo fatto che sia qui a scrivere a riguardo testimonia quanto sia stata per me una decisione difficile.
Perché anticipare le dimissioni visto che il consiglio sta per giungere alla sua "naturale" scadenza? Già, è una domanda lecita, sulla quale i maliziosi potranno lucrare teorie complottiste, ma la questione è realmente semplice come eseguire una rollback.
Il fatto è che non mi sento piu' di fare parte del consiglio, e avere senzazioni senza-azioni non è da me. Come dicevo, coerenza...
Cosa succederà adesso?
Beh, niente panico! ITPUG ha un consiglio formato da gente esperta che saprà portare avanti l'associazione. Dopotutto io non sono certo indispensabile!
E comunque mi rendo disponibile ad affiancare il consiglio qualora lo si riterrà opportuno.
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