Sembra divenuta ormai una moda quella di inserire delle password nelle presentazioni dei docenti universitari, e l'Universita' di Modena e Reggio Emilia non e' da meno. Per l'ennesima volta vengo rimbalzato ad un link dell'universita' che promette di mostrarmi le slide di un determinato argomento, per poi sbeffeggiarmi con una richiesta di password che ovviamente non conosco. E io inizio nuovamente a pormi l'interrogativo sull'utilita' di questo approccio, o meglio sulla sua inutilita'. Molti docenti, lo so per certo, adottano questa tecnica per tenere lontani i curiosi, diciamo studenti di altre facolta' e atenei, mettendo quindi i propri studenti in una posizione privilegiata. Cosa tutto sommato ragionevole, se non fosse che le stesse slide presentate dal docente si basano spesso su argomenti generali, abbastanza generali da essere trovati su Internet su un qualche altro sito, e spesso sono basate su altre presentazioni/lucidi/wiki/documenti liberamente disponibili. Non si vede quindi la ragione di prendere tali slide e farne una versione privata; se si teme che l'utilizzo delle slide non sia coerente con le volonta' del docente si studi un qualche metodo di licensing (es. Creative Commons). Inoltre e' indispensabile una nota riflessiva: possibile che tutti questi docenti si sentano cosi' superiori ai propri colleghi che rilasciano documentazione liberamente? Ad esempio, per un corso di database perche' le slide devono essere "blindate" quando magari si basano su documentazione liberamente disponibile su PostgreSQL (e magari su slide rese pubbliche da ITPug)? E ancora, perche' questi docenti che spiegano ed evangelizzano il free software non evangelizzano anche la free documentation? Il Free Document Day si sta avvicando, urge una riflessione....
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