La settimana scorsa mi sono imbattuto in quello che penso sia il peggior film che io abbia mai visto: The Cube. Premetto che non sono un esperto cinematografico, che non intendo nemmeno diventarlo e che solitamente non guardo questi film ad "alta tensione", ma ormai la tv era accesa...
La storia del film sostanzialmente si articola con un gruppo ristretto di individui, fra loro sconosciuti, che si ritrovano rinchiusi in una stanza cubica dalle pareti luminose. L'ingegno umano, si sa, e' sempre in agguato, e ben presto i protagonisti realizzano che ciascuno di loro e' stato inserito nel cubo per uno scopo. In realta' durante tutto il film le persone usate sono solo due: una ragazza con la predilizione per la matematica capace di scovare le trappole che vengono identificate da una serie di numeri, e un ragazzo autistico capace di effettuare calcoli complessi a mente. Il film si svolge lento, senza grossi colpi di scenza; ogni tanto qualche protagonista inciampa in una trappola e viene eliminato (fisicamente) dal gruppo. I protagonisti si muovono da una stanza cubica all'altra scoprendo pian piano di essere dentro ad un labirinto. Ed e' fra discussioni sulla utilita' dell'inutilita' e congetture governative che i protagonisti si rendono conto che ogni stanza si muove in realta' su una griglia. Certo, come si muova non e' dato saperlo, visto che non vi sono binari o altri meccanismi...ma ci vuole un po' di fantasia. E mentre c'e' l'idemoniato di turno che pensa anche a fare sesso in una delle stanze, i protagonisti si avvicinano all'uscita del labirinto. E quando finalmente la trovano cosa fanno? Escono? Corrano fuori urlando? No, stanno qualche istante fermi a pensare a che sforzo sia stato trovare quell'uscita, giusto il tempo perche' il buono-trasformato-in-cattivo uccida i rimanenti (si vede che temeva di non riuscire a passare dalla porta se non singolarmente) anche se alla fine non riesce nemmeno lui ad uscire. Risultato: si mette in salvo solo l'autistico.
Della struttura del labirinto non sono forniti dettagli, dell'ubicazione nemmeno, dei meccanismi niente di niente, insomma, tutto basato sulla fantasia dello spettatore.
Sicuramente piu' costruttivo sarebbe stato fare un filmato sul funzionamento del cubo di Rubik.
La storia del film sostanzialmente si articola con un gruppo ristretto di individui, fra loro sconosciuti, che si ritrovano rinchiusi in una stanza cubica dalle pareti luminose. L'ingegno umano, si sa, e' sempre in agguato, e ben presto i protagonisti realizzano che ciascuno di loro e' stato inserito nel cubo per uno scopo. In realta' durante tutto il film le persone usate sono solo due: una ragazza con la predilizione per la matematica capace di scovare le trappole che vengono identificate da una serie di numeri, e un ragazzo autistico capace di effettuare calcoli complessi a mente. Il film si svolge lento, senza grossi colpi di scenza; ogni tanto qualche protagonista inciampa in una trappola e viene eliminato (fisicamente) dal gruppo. I protagonisti si muovono da una stanza cubica all'altra scoprendo pian piano di essere dentro ad un labirinto. Ed e' fra discussioni sulla utilita' dell'inutilita' e congetture governative che i protagonisti si rendono conto che ogni stanza si muove in realta' su una griglia. Certo, come si muova non e' dato saperlo, visto che non vi sono binari o altri meccanismi...ma ci vuole un po' di fantasia. E mentre c'e' l'idemoniato di turno che pensa anche a fare sesso in una delle stanze, i protagonisti si avvicinano all'uscita del labirinto. E quando finalmente la trovano cosa fanno? Escono? Corrano fuori urlando? No, stanno qualche istante fermi a pensare a che sforzo sia stato trovare quell'uscita, giusto il tempo perche' il buono-trasformato-in-cattivo uccida i rimanenti (si vede che temeva di non riuscire a passare dalla porta se non singolarmente) anche se alla fine non riesce nemmeno lui ad uscire. Risultato: si mette in salvo solo l'autistico.
Della struttura del labirinto non sono forniti dettagli, dell'ubicazione nemmeno, dei meccanismi niente di niente, insomma, tutto basato sulla fantasia dello spettatore.
Sicuramente piu' costruttivo sarebbe stato fare un filmato sul funzionamento del cubo di Rubik.
1 commento:
Be io non sono d'accordo con te.Secondo me lo sceneggiatore e il regista che hanno fatto il film sono autentici geni.Insomma girare un film di quasi 2 ore utilizzando e creando una storia solo in 2 o 3 stanze e' fantastico.
Posta un commento