venerdì 24 maggio 2013

Due videogiochi che hanno segnato la mia vita

Qualche sera fa parlavo con alcuni amici di vecchi videogiochi, e così mi è tornato alla mente un gioco da sala giochi (arcade) al quale giocavo spesso quando, ancora piccolo, ero al mare: si trattava di un gioco di Formula Uno con la particolare caratteristica che non vie ra un monitor elettronico, bensì un nastro che ruotava sul quale era disegnata la pista, e la macchina era visualizzata tramite un proiettore luminoso. Insomma, un videogioco non elettronico, bensì elettromeccanico. Ricordo che mi affascinava nella sua semplicità: il cambio era a due marce, low e high e le altre macchine sul circuito regolavano la velocità a seconda di quella della mia macchina, perciò gli avversari erano comunque sempre "pari" al pilota.
Con non poca fatica sono riuscito a trovare qualche informazione sul gioco: si tratta di Daytona 500, anno 1976 (ossia piu' vecchio di me!).



A dire il vero la versione di cui sopra è quella "lusso": io ricordo di averne vista e provata anche una in bianco e nero, ma di quella non riesco a trovare informazioni.

Vi è anche un altro gioco, apparentemente stupido, che ha segnato la mia vita: Trivella per Commodore 64 (anno 1985). Il gioco ricorda vagamente il piu' famoso Pac-Man: il protagonista guida una trivella dalla forma tondeggiante che deve mangiare/scavare i pallini che si trovano in alcune gallerie senza essere a sua volta mangiato da alcuni mostri del sottosuolo. A differenza di Pac-Man, la trivella non è libera ma legata da una funa avvolgibile che gli consente di tornare alla base (per nascondersi). Il gioco prevede 70 livelli, ricordo mio padre che si accaniva con questo gioco e le serate passate a giocarci assieme. Credo lui fosse riuscito ad arrivare fino al livello 35, molto piu' di quanto fossi riuscito a fare io!

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