A livello informatico le mode non mi sono mai piaciute.
Anzi, in generale non mi piace la moda, e chi mi vede vestito lo sa bene!
Considero che un professionista (informatico) non debba basarsi sulla moda del momento, ma debba capire e concretizzare le proprie capacità, quelle dei propri strumenti e le problematiche da risolvere prima di lanciarsi in qualuque progetto.
Se mi fossi fatto influenzare dalle mode avrei passato la vita ad imparare linguaggi di programmazione, uno dietro l'altro, nonché a installare versioni di Linux leggermente differenti fra loro, nonché a passare da un database ad un altro e così via.
E il fatto è che faccio quanto sopra! Studio nuovi linguaggi, studio nuovi strumenti, provo nuovi sistemi operativi, ecc. Ma lo faccio con cognizione, e comunque prima di proporre una determinata soluzione voglio averne una buona padronanza.
Non ho quindi convertito tutti i miei repository SVN a git in un sol colpo, e da git a fossil in un batter di ciglia. Anzia, cerco di tenere tutti i repository nel loro habitat naturale, adattandomi io alle nuove esigenze.
Non ho riscritto le mie utilities da Perl a Python e poi a Ruby, e magari con Go.
Eppure ho incontrato tanti professionisti, o gente che si definisce tale, che ha propinato e avolte imposto migrazioni assurde solo per propinare la moda del momento.
Ovviamente tali professionisti si fanno pagare profumatamente per migrare tutta la codebase a git o mercurial, per spostare tutti i file server da Unix a Microsoft senza alcun reale valore aggiunto.
E al suono di "se non passiamo a XXX non potremo lavorare correttamente".
Certo, come che il mondo informatico non sia riuscito ad evolversi nel frattempo...
Guardate il repository CVS di OpenBSD, o l'ecosistema di Perl 5 (che dura da oltre venti anni)...
E non soprendentevi se qualcuno vi manda a fanculo quando propinate una delle vostre migrazioni assurde.
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